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BIANCHI, incontro con Ruggero Pegna
Per incontro con l’autore, con “Miracolo d’amore” edito da Rubbettino, Ruggero Pegna approda a Bianchi. Promossa dall’amministrazione comunale, assessorato alla Cultura, l’altro giorno presso la biblioteca, Ruggero Pegna, il miracolato di Natuzza Evolo ha offerto la sua testimonianza di fede.
Una testimonianza “diversa”, intensa, in un certo verso “discutile” che ha commosso e inchiodato per oltre due ore una numerosa platea di tutte l’età. Si è discusso di “miracoli” o meglio di un miracolato guarito dalla leucemia mieloide. Oltre a Ruggero Pegna, hanno preso parte il sindaco Francesco Villella e la signora Anna Maria Bevilacqua Odoardi, coordinatrice dei Cenacoli di preghiera “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” Diocesi di Cosenza e Bisignano e l’assessore alla Cultura di Bianchi. L’accorata testimonianza del noto promoter calabrese è stata incentrata sulla sua triste esperienza di malato, per fortuna finita bene. Un uomo colpito a freddo da una patologia che non lasciava speranze di vita, in un momento di grandi soddisfazioni professionali e soprattutto alla vigilia del suo matrimonio con Monica. Dopo i saluti di Villella e l’introduzione sui Cenacoli di preghiera dalla coordinatrice Odoardi, i lavori sono iniziati con la lettura di una pagina del libro, quando Pegna dalla stanzetta dell’ospedale di Catanzaro inviò agli organi d’informazione una e-mail per sapere della sua malattia. Ruggero Pegna con una certa emozione, a una platea attenta e silenziosa ha raccontato la sua triste e dolorosa storia di malato, dato per spacciato e conclusa col trapianto di midollo osseo effettuato con successo all´ospedale San Martino di Genova. Pegna, ha iniziato a ricordare l’incontro con Natuzza Evolo, la mistica di Paravati conosciuta all’età di 10-12 anni ed entrata profondamente nella sua vita. “Senza di Lei –ha detto- io non c’è l’avrei fatta a uscire dalla malattia. Mi ha dato forza, tanta fede e molto coraggio. La fede -ha aggiunto il miracolato- è un dono difficile da spiegare come alcuni c’è l’anno e altri no!- E aggiunto “la nostra vista non arriva laddove arriva il disegno divino”. Il percorso doloroso è diventato sopportabile e più facile quando Natuzza Evolo mi disse “Tu devi combattere, c’è la farai”. Il miracolo, ha detto Pegna, passa attraverso la medicina. Natuzza, racconta il promoter, mi diceva sempre di fidarmi dei medici e “presto una giovane donatrice avrebbe donato il midollo osseo compatibile con il mio”. Cosa che poi con incredulità non solo dei medici si è avverata. Una testimonianza quella di Pegna, dove prevale la fede, l’amore e la certezza che c’è qualcosa di sopranaturale nella nostra vita. Pegna ha raccontato il dolore come una beatificazione dell’anima, una storia d’amore che a dispetto degli eventi è stata celebrata nella piccola cappella dell’ospedale. Ha parlato degli amici, dei familiari e di persone sconosciute che hanno manifestato con ogni mezzo in particolare email, la vicinanza, l’affetto, il coraggio di andare avanti. Infine la lettura della poesia che Pegna ha dedicato alla sua anonima donatrice americana, il dibattito e le testimonianze di alcuni intervenuti e l’invito del miracolato a “donare amore , affetto e conforto” ha concluso uno splendido e toccante pomeriggio di fede e d’amore.
Pasquale Taverna
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